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CARAVAGGIO TRA L’OSCURITÀ E LA LUCE – Mostra a Sciacca

CARAVAGGIO TRA L’OSCURITÀ E LA LUCE – Mostra a Sciacca

CARAVAGGIO TRA L’OSCURITÀ E LA LUCE – Mostra a Sciacca

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LA MOSTRA

Roma, inizio Seicento. La città eterna si trasforma in crocevia pulsante di arte e rivoluzione visiva. Pittori da ogni angolo d’Europa – da Napoli alle Marche, da Bologna alla Spagna, passando per la Francia e l’Olanda – accorrono nella capitale, attratti da quel nuovo modo di “colorire dal naturale” che Giovanni Pietro Bellori definisce come la cifra di un naturalismo vivido, brutale, reale. Al centro di questo terremoto artistico? Michelangelo Merisi, detto Caravaggio.

Roma diventa così il cuore battente di una nuova visione, e Caravaggio il suo profeta. Attorno a lui nasce una vera e propria “cerchia” – come la definì Roberto Longhi – formata da giovani artisti dalle origini più diverse, rapiti da uno stile che rompe le regole, da un genio che non ha bottega né scuola, ma lascia un’eredità dirompente. Alcuni ne adottano i tratti, altri – come Orazio Gentileschi o Guido Reni – lo attraversano per poi forgiarsi una voce autonoma.

Caravaggio nasce nel 1571, in Lombardia, ma è a 21 anni, a Roma, che la sua storia comincia davvero. Da lì in poi, la sua figura si svela attraverso testimonianze d’epoca, come la celebre biografia di Giovanni Baglione, amico e poi acerrimo rivale. A 27 anni arriva la svolta: Caravaggio viene incaricato di dipingere tre tele per la chiesa di San Luigi dei Francesi, raffiguranti la vita di San Matteo. È l’inizio di una scalata folgorante, che lo porterà a realizzare capolavori come la Deposizione, oggi custodita nei Musei Vaticani.

Ma Caravaggio non è solo tecnica sopraffina. È dramma, luce e carne viva. I suoi dipinti non idealizzano: spalancano le tenebre e fanno irrompere la luce, scolpiscono i corpi con una sincerità che graffia. Come scrisse Bellori parlando della Maddalena Penitente: “Una fanciulla seduta, le mani in seno ad asciugarsi i capelli… E fu detta Maddalena.” Nessuna aura mistica, solo verità umana.

Il suo stile scuote, scandalizza, entusiasma. Ma la sua vita è altrettanto turbolenta. A Roma è coinvolto in risse, porta armi, si fa notare più per la rabbia che per la diplomazia. Il culmine arriva con l’omicidio di Ranuccio Tomassoni, che lo costringe a fuggire sotto una condanna a morte. Per secoli, la critica ne punisce il temperamento. Solo nel Novecento la sua arte viene finalmente riscoperta e celebrata.

Ed è proprio da questa riscoperta che prende forma la mostra: un viaggio attraverso cinque sezioni, per esplorare l’eredità caravaggesca e la sua influenza su stili come il tenebrismo – spesso confuso con il suo chiaroscuro ma dotato di tratti propri, profondi e inquieti – con protagonisti come Jusepe de Ribera, Georges de La Tour e Valentin de Boulogne.

Il culmine del percorso? L’incredulità di San Tommaso (1600-1601): una scena potente, intensa, in cui Tommaso, il dubbioso, affonda il dito nella ferita del Cristo. È un gesto sospeso tra dubbio e fede, tra carne e mistero. Attribuita con certezza a Caravaggio, pur non escludendo l’intervento di un collaboratore, l’opera incarna alla perfezione il cuore di questa esposizione.

Ogni quadro in mostra dialoga con quella ferita aperta, con quella tensione irriducibile tra ombra e luce, tra il sacro e l’umano. Perché Caravaggio non dipinge solo volti o corpi: dipinge l’anima del suo tempo, e la nostra.

Additional Details

Città dell'evento - Sciacca

 

Data e ora

01-08-2025 to
31-12-2025
 

Categoria dell'evento

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