Menfi
Museo Civico Palazzo Pignatelli di Menfi: tra Paesaggi storici, Archeologia, e Gioie del Mare
Il Museo, realizzato dalla Soprintendenza BB.CC.AA. di Agrigento e dal Comune di Menfi, offre alla fruizione del pubblico i risultati delle indagini archeologiche condotte sul territorio negli ultimi venti anni. Nello stesso palazzo è ospitata la collezione malacologica donata dalla Sig.ra Vanna Rotolo, la quale in oltre venti anni ha raccolto migliaia conchiglie provenienti da tutto il mondo.
Palazzo Pignatelli, che domina la Piazza Vittorio Emanuele III, sorge sull’area occupata nel XIII secolo dal Castello di Federico II di Svevia. Risale al 1638, anno in cui Diego Aragona Tagliavia fondò il nuovo centro abitato di Menfi. Si presenta come un reggia feudale, articolandosi attorno ad un cortile centrale con annessi gli spazi per gli animali e le derrate agricole; sono tutt’ora presenti se pur in disuso tre magazzini, detti uno “degli archi”, per via degli archi con contrafforti che sorreggono la volta, uno “del vino” e l’altro della “cuba”, nome di origine araba. I tre magazzini, usati inizialmente per contenere i raccolti, nel corso del tempo vennero usati per vari scopi fino al loro inutilizzo.
Il palazzo si articola su due piani con dodici ambienti a volta. Un ampio portone immette nel grande cortile interno da cui, tramite una fastosa scala di marmo, si accede al piano nobile. Intorno al 1935 la facciata del palazzo ducale venne modificata secondo il gusto del periodo e il prospetto, precedentemente di pietra a vista, venne rivestito da intonaco.
Durante una campagna di scavi condotta tra la fine degli anni 90 del secolo scorso e gli inizi del 2000 dalla Soprintendenza dei Beni Culturali e Ambientali di Agrigento, è stata riportata alla luce una necropoli tardo antica risalente al IV-VI secolo d.C, che attesta l’esistenza di un insediamento in epoca romano-bizantina e paleocristiana a Menfi.
Sono state trovate numerose sepolture a fossa scavata nell’arenaria naturale hanno portato alla luce diverse tombe: contenevano più di un individuo, in genere due, deposti a distanza di tempo l’uno dall’altro sia di adulti sia di bambini. Una delle tombe, orientata verso est-ovest conteneva resti di un inumato e lo studio dello scheletro ha evidenziato che si trattava di un soggetto mancino dedito alla caccia. Altri ritrovamenti rinvenuti sono costituiti da avanzi di costruzioni riconducibili all’insediamento di Burgimilluso, villaggio rurale sorto nel XIII secolo, vestigia del castello svevo del 1239 e vari frammenti di ceramica del XIII secolo.
Il Museo Civico di Menfi inizia a costituirsi nel 2012, con l’inaugurazione della mostra “Dal Villaggio al Palazzo: Paesaggi storici di Menfi“. La manifestazione è nata dall’intento comune della Soprintendenza dei Beni Culturali e Ambientali di Agrigento e del Comune di Menfi di offrire ad un vasto pubblico i risultati delle indagini archeologiche condotte, allo scopo di valorizzare e promuovere il territorio.
Nel costituendo Museo Civico di Menfi è possibile visitare tre mostre permanenti: L’allestimento contempla tre percorsi correlati: archeologico, monumentale, paesaggistico, che mirano alla ricostruzione della storia del territorio menfitano.
DAL VILLAGGIO AL PALAZZO: PAESAGGI STORICI DI MENFI: Due sale del piano nobile del palazzo Pignatelli di Menfi ospitano la mostra “Dal Villaggio al palazzo: paesaggi storici di Menfi”, dove è possibile visitare gli scavi archeologici.
Nella prima stanza si possono ammirare alcune ceramiche medievali risalenti al periodo arabo-normanno e all’età successiva: la Spiral ware, una tipica produzione di terracotta che prende il nome proprio dal fatto che essa è tradizionalmente decorata da tre o quattro spirali nei colori verde e bruno, prodotta in Campania tra il XII ed il XIII secolo. I frammenti presenti sono datati intorno alla metà del XII secolo, anni risalenti al regno normanno di Ruggero Il.
Sono presenti anche delle ceramiche denominate Gela Ware, dal principale centro di produzione, Gela, appunto: si tratta principalmente di scodelle e ciotole con decorazioni di vari colori, risalenti intorno al 1250, ovvero al periodo dell’Imperatore Federico II.
Nella vetrina al centro della stanza fanno bella mostra ceramiche, maioliche e pentole prodotte nella località di Burgio, un paese nell’agrigentino che divenne famoso e concorrente di Caltagirone, datate fra il XVII secolo, quando Palazzo Pignatelli venne fondato, e il XIX secolo.
In una vetrina si possono osservare i resti a vista di tombe, fossi, palmenti e mura del castello normanno ritrovati in seguito agli scavi effettuati sotto il palazzo Pignatelli.
Fra i pezzi esposti da segnalare sono: Anfore Italiche, lucerne, alari in terracotta, la coppa a carena alta, decorata in giallo e in verde, risalente al X secolo, oltre 1000 anni fa, pitali.
La mostra permanente di Malacologia nasce dalla donazione della signora Vanna Rotolo (1943-2014), la quale in oltre venti anni di lavoro appassionato e metodico ha raccolto oltre migliaia di conchiglie provenienti da tutto il mondo.
L’esposizione, l’unica esistente in tutto il territorio agrigentino, comprende circa millecinquecento esemplari scientificamente catalogati a cura della S.I.M. (Società Malacologia Italiana) secondo i canoni e i criteri previsti dalla malacologia ufficiale.
La collezione comprende un gran numero di esemplari provenienti dal mare di Porto Palo di Menfi, a testimonianza della straordinaria ricchezza di genere e della elevata “biodiversità” delle nostre coste.
L’esposizione stupisce e affascina per i colori, le forme e le dimensioni delle varie conchiglie, risvegliando nel visitatore la coscienza e la consapevolezza delle bellezze marine nostrane ed esotiche, suscita curiosità e meraviglia per tesori naturalistici del mondo sommerso.
Tra i tesori marini che si possono ammirare troviamo : le madrepore del Mar rosso, i Balani del mar dei Caraibi, la Cassis Cornuta tipica del Mar Rosso, dell’Oceano Pacifico ed Indiano, la Syrinx Aruanus, meglio conosciuta col nome di “tromba australiana” o “falsa tromba”.
SEGNI D’ARTE: Una sala del Palazzo Pignatelli ospita una piccola esposizione di opere d’arte provenienti dalle chiese distrutte dal sisma del 1968, costituita in occasione del 45° anniversario del Terremoto nel Belìce. Un’occasione straordinaria per ammirare capolavori d’arte recuperati tra le macerie.
Tra le opere esposte alcuni putti in legno dorato, facenti parte del fercolo processionale del SS. Crocifisso, provenienti dalla Chiesa Madre di Menfi; il gruppo statuario della “Madonna e il peccatore”, capolavoro scultoreo dello scultore agrigentino Calogero Cardella, firmato e datato 1891; la “Vergine del Carmelo” imponente scultura in legno policromato di Girolamo Bagnasco; “San Francesco d’Assisi, scultura lignea del sec XVIII, proveniente dall’eponima chiesa oggi completamente distrutta.